Quando si entra nel clou della stagione fredda si comincia a pensare alla potatura degli olivi, una pratica necessaria per la salute della pianta e per la sua produttività. Infatti quando non si interviene con la potatura, la pianta, o meglio la sua chioma, cresce in maniera incontrollata, rendendo difficile la raccolta delle olive e si va incontro alla così detta alternanza produttiva. In parole povere, la produzione fruttifera sarà pregiudicata per l’anno successivo perché la formazione e sviluppo dei germogli sono limitati.
Nonostante in Italia ci siano svariate qualità di ulivi, ci sono degli aspetti e regole a cui prestare attenzione e validi in ogni regione d’Italia. Nell’ambito della potatura, da eseguire assolutamente quando la pianta si trova in riposo vegetativo, nel mese di febbraio e massimo a marzo. Bisogna evitare di praticarla nel periodo tra novembre e gennaio altrimenti si rischia che la pianta s risvegli anticipatamente, o più tardi di marzo perché inficerebbe sul potenziale produttivo della pianta stessa. Succhioni e polloni possono essere eliminati anche d’estate.
Come deve essere praticato il taglio?
In generale si applicano le regole che valgono per gli alberi da frutto, ossia il taglio non devono mai essere praticati raso colletto, altrimenti la pianta diventa suscettibile agli attacchi degli agenti patogeni e funghi e per garantire il flusso naturale dei vasi linfatici. Occorre praticare dapprima i tagli grossi, tagliare via le branche non più necessarie e successivamente eseguire tagli di rifinitura o di sfoltimento interni alla chioma.
Per quanto concerne l’illuminazione, occorre assicurare che la chioma sia completamente illuminata dalla luce solare in quanto, eventualmente ci siano porzioni di chioma all’ombra, queste non saranno produttive. Inoltre, non bisogna dimenticare che sottraggono risorse alla pianta, che potrebbe impiegarle nella produzione di frutti.
Gli olivi non vanno mai cimati completamente. La parte superiore della pianta, chiamata anche freccia, esercita una funzione di controllo sulla formazione e inclinazione dei rami, utile ad un corretto equilibrio fisiologico-produttivo. La potatura deve quindi rispondere a ragioni funzionali alla produttività e al benessere della pianta e non a ragioni estetiche. La cima deve essere potata per ridurre la quantità di vegetazione a favore di una crescita nella parte centrale e una maggiore areazione e illuminazione.
Quali sono le malattie più comuni dell’olivo?
C’è la così detta rogna dell’olivo, causata da un batterio che debilita le piante provocando una riduzione delle produzioni e può avere un decorso letale per i giovani esemplari. Questo batterio può penetrare all’interno dell’olivo attraverso lesioni causate da grandine, vento, gelo oppure ferite da potatura. La potatura degli olivi non è una pratica che va improvvisata perché può provocare danni. Bisogna proteggere le ferite con del mastice e sanificare la lama di taglio con prodotti a base di rame quando si potano piante visibilmente malate (i tumori sono facilmente individuabili). Inoltre bisogna asportare i rami potati lontano dall’impianto e bruciarli.